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E se il sogno fosse reale? – L’inquietante ipotesi dell’“allucinazione controllata”

  • Immagine del redattore: Elìa
    Elìa
  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Ogni notte viviamo mondi complessi, con leggi fisiche e personaggi. Ma cosa accadrebbe se il cervello non stesse immaginando… ma ricevendo?



Cosa succede davvero quando sogniamo?


Ci svegliamo confusi, col cuore che batte forte per qualcosa che non è mai accaduto. Ma era così vivido. Così vero. Da secoli, i sogni ci ossessionano. Per Freud erano chiavi dell’inconscio. Per gli sciamani, porte su altri mondi. Ma oggi, alcuni neuroscienziati avanzano un’ipotesi affascinante: e se sognare non fosse creare, ma percepire?


Il cervello, durante la fase REM, si attiva come se vivesse davvero: corteccia visiva in funzione, amigdala in allerta, lobi frontali ridotti al silenzio. Ma a guidare tutto è una sinfonia di onde cerebrali diverse da quelle della veglia: le onde theta e gamma, perfette per una cosa in particolare… l’accesso a stati alterati della coscienza.


Il sogno come “simulazione biologica”


In un celebre studio del 2020 pubblicato su Nature Neuroscience, il team dell’Università di Berna ha osservato che durante i sogni il cervello “ripulisce” le esperienze della giornata, riorganizzando la memoria. Ma la cosa interessante è come lo fa: ricreando ambienti coerenti, interattivi, che non si limitano a rielaborare.


Sembrano veri e propri mondi paralleli interni, in cui agiamo con identità, obiettivi e nemici.


Alcuni scienziati, come Erik Hoel (Tufts University), ipotizzano che il sogno sia una forma di “overfitting biological simulation”: un modo per il cervello di evitare il collasso da routine. Ma c'è chi va oltre…


Sogni lucidi e ipotesi “trans-reali”


Hai mai sognato sapendo di sognare? I sogni lucidi permettono di controllare l’ambiente onirico. Ma le testimonianze raccontano anche altro: luoghi fissi che si ripetono, entità coscienti, esperienze condivise tra più persone (come nel famoso esperimento condotto nel 1987 da Keith Hearne in Inghilterra).


Il fisico Thomas Campbell (ex NASA) ha proposto che la coscienza sia un sistema di ricezione di dati provenienti da una realtà più ampia, e che i sogni siano accessi a “realtà probabilistiche”, in cui esploriamo scenari possibili come in un gigantesco simulatore quantistico.

Fantascienza? Forse. Ma intanto la ricerca sulle esperienze extracorporee, stati ipnagogici e sogni lucidi continua a crescere, anche in centri come il Lucidity Institute fondato da Stephen LaBerge.


🧠 Cue segnala:


Prova a scrivere i tuoi sogni ogni mattina per una settimana. Noterai luoghi che si ripetono, messaggi simbolici e “regole” interne. Più che semplici immagini casuali, potrebbero essere codici della tua mente… o finestre su qualcosa di più grande.



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