“Abbiamo scalato colline, attraversato terreni d'ulivi, fotografato, misurato. E, con nostra grande sorpresa, siamo riusciti ad individuare circa quaranta piramidi. Molte di più di quelle che contavamo di trovare. Un aspetto sorprendente è la somiglianza con i Sesi di Pantelleria o i nuraghi sardi. Ma non si tratta di monumenti funerari”
Così l'archeologa Antoine Gigal si è espressa su uno dei monumenti ancora avvolti nel mistero che compongono la nutrita collezione archeologica siciliana. Un'isola ricca, ricchissima di storia ancora da decifrare.
Chiamati turrette o turrizzi, queste costruzioni compongono un mosaico interessante che si dipana in gran parte della zona centro orientale dell'isola. Realizzate in pietra lavica e formate da gradoni, di altezza e pianta variabile da circolare a quadrata e rettangolare, si altezza variabile tra 10 e 40 mt, più che ai nuraghi somigliano fortemente ad un altro monumento misterioso ed interessante rinvenuto in Sardegna: la ziggurat di Monte d'Accoddi attribuita, dall'archeologia ufficiale, ad un periodo che va dal 4000 al 3500 a.C.
Dei turrizzi siciliani si vocifera, senza ancora alcuna certezza, possano risalire all'epoca dei Sicani che colonizzarono l'isola attorno al 3000 a.C. o dei Shekelesh che costituivano una delle etnie dei popoli del mare. Ma c'è anche chi sostiene siano stati, invece, più semplicemente realizzati da contadini, circa 200 anni fa, che spietravano il terreno e hanno deciso, invece di porre le pietre in mucchi sparsi, come avviene di consueto, di creare delle opere d'arte muraria.
Quest'ultima ipotesi, senza nulla togliere alla maestria agricola, ci sembra la più improbabile, non fosse altro che l'atto di spietrare un terreno, peraltro faticoso, veniva e viene effettuato per arare e coltivare quel terreno.
Questa è la priorità e non la realizzazione di opere monumentali che avrebbero preso tempo e fatica e un lavoro inutile al fine stesso dello spietramento.
Tantopiù che viene smentita anche da Filoteo degli Omodei che, nel 1500, scrisse un dettagliata “descrizione della Sicilia” in cui riporta un dato interesaante riguardo alle turrette, parlando della città di Noto: “(...) Perlochè appare che fosse stata circa 6 miglia su, in luogo più alto, dove oggi si vedono le rovine ed una piramide (…) e si vede un'altissima piramide rotonda, chiamata torre pizzuta, dalla quale fu una porta di Siracusa in Ticha chiamata della piramide (…) si trova il colle Eurialo, dagli autori così chiamato, dov'era la fortezza nella quale si accostò lo esercito dei romani per trattare il bisogno e prendere la città, come nelle storie più a lungo si narra; dove anc'oggi si vede la piramide quasi rovinata e rotta “ Giuseppe Tizzone, autore di nuemrosi documenti riguardanti la storia antica di alcuni luoghi interessanti della Sicilia, ci fa notare anche, nel suo documento riguardante la piramide akesina, ai piedi dell'Etna, che essa insiste su una falda acquifera e che in loco sono presenti numerosi frammenti ceramici appartenenti, probabilmente, al periodo sicano.
Definire con esattezza quando il popolo dei sicani si stabilì sull'isola o se, invece, come sostiene Tucidide seppure afferma che “Sembra che (…) i primi ad insediarsi sull'isola siano stati i Sicani; a quanto affermano essi stessi, il loro insediamento sarebbe anche anteriore, dal momento che si tratterebbe di una popokazione autoctona; ma la verità è che costoro erano degli iberi che furono cacciati dai Liguri dalla zona del fiume Sicano in Iberia”.
Molti, tra storici e archeologici, si sono occupati di definire una data precisa sulla presenza di questo popolo e, in ultima analisi, stando alle scoperte archeologiche riguardanti la zona centro occidentale, è risultato un periodo compreso tra XIII e il IX secolo a.C.
Se così fosse, cioè se i Sicani provenissero dall'Iberia e se fossero i costruttori delle turrette, si dovrebbero trovare anche in Spagna dei riferimenti archeologici simili. In effetti, nelle isole Canarie, a Guimar, sulla costa orientale di Tenerife, esistono delle costruzioni chiamate piramidi che sono del tutto ascrivibili alle turrette etnee. Anche questa piramidi sono state liquidate come realizzazioni dovute a spietramento a fini agricoli ma, nel 1991, Thor Heyendal, antropologo norvegese, da un'analisi approfondita rilevò che erano visibili segni di lavorazione sui massi utilizzati per la cistruzione e che essi, di origine lavica, provenivano non dal luogo stesso ma da altri luoghi. Constatò anche un orientamento astronomico delle piramidi.
Le turrette etnee sono, all'attualità, oggetto di interesse archeologico seppure non di primaria importanza eppure, data la singolarità della struttura, cosi simile ad altri rilevamenti nel Mediterraneo, dall'antica Mesopotamia, alla Sardegna, alle isole Canarie e addirittura alle isola Mauritius, ci chiediamo quale fosse la portata di un popolo capace di tali imprese, sia costruttive che migratorie. Sarebbe anche interessante conoscere la funzione delle turrette che, sembra ormai assodato, non sono soltanto mucchi di pietre.
Fonti:
- L'origine dei sicani alla luce delle tradizioni storiografiche e delle testimonianze archeologiche, Sicilia archeologica, Dicembre 2005.
- Wikipedia, Piramidi di Guimar
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