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Siamo stati creati? L’enigma dei 223 geni umani ‘senza antenati’

  • Immagine del redattore: Elìa
    Elìa
  • 6 lug
  • Tempo di lettura: 10 min

1. Introduzione: l’impronta che non si spiega La scienza ha scoperto qualcosa che non dovrebbe esserci. E lo ha ammesso.

2. Cosa sono i “geni orfani”? – La scoperta dei 223 geni umani unici – Perché non hanno equivalenti nel regno animale?

3. Le ipotesi degli scienziati ‘eretici’ – Splicing intelligente? Inserimento artificiale? – Crick, Francis: il DNA come messaggio alieno

4. Cronache antiche e manipolazioni divine – Le tavole sumere, Enki e la creazione degli uomini – I racconti di “uomini creati dalla polvere” come codici

5. L’anomalia sapiens – Il salto cognitivo improvviso – Cervello troppo avanzato, troppo in fretta

6. L’etica della domanda: e se fosse vero?



1. Introduzione: l’impronta che non si spiega



“Non siamo solo il frutto di una lunga evoluzione.Potremmo essere anche il risultato di un’intenzione.”— Elias L’Artista, Starman

Nel cuore del nostro DNA c’è una firma che non ha radici. Un’impronta invisibile, silenziosa, ma terribilmente chiara per chi sa dove guardare.


Non la trovi nei libri scolastici. Non se ne parla nei documentari generalisti. Ma è scritta — nera su bianco — in pubblicazioni accademiche e articoli scientifici che ammettono senza spiegare: ci sono almeno 223 geni nel genoma umano che non derivano da alcun antenato evolutivo conosciuto.


Una presenza inspiegabile. Una "falla" nel darwinismo lineare. Una breccia che apre a una domanda troppo grande per essere ignorata: Siamo davvero figli del caso? O siamo stati, in qualche modo, creati?


👤 Il paradosso umano


L’homo sapiens è un’anomalia. In milioni di anni di evoluzione, nessun altro animale ha sperimentato un salto cognitivo, linguistico e simbolico così repentino.


Nessun altro è passato, in così poco tempo, dal raccogliere bacche a costruire navi spaziali.


Ma il vero enigma non è quello che vediamo fuori. È ciò che portiamo dentro: un DNA che non torna, un cervello troppo grande, troppo in fretta, una coscienza che sembra accesa d’improvviso, come se qualcosa o qualcuno avesse agito su di noi.


E no: non è fantascienza.


È scienza con un buco enorme.


Un buco che alcuni studiosi hanno cercato di riempire con coraggio, mentre altri hanno fatto finta che non esistesse.


In questo articolo, seguiremo le tracce genetiche, i miti antichi, e le ipotesi degli scienziati eretici. Non per affermare verità assolute. Ma per fare ciò che ogni mente libera dovrebbe fare: porre domande.



2. Cosa sono i “geni orfani”?



🧬 223 segmenti genetici che non dovrebbero esistere


Nel 2001, mentre il Progetto Genoma Umano annunciava di aver “decifrato il codice della vita”, una scoperta secondaria, silenziata dai riflettori, scuoteva le fondamenta della biologia evoluzionistica.


In una pubblicazione scientifica apparsa su Nature, i genetisti segnalavano l’anomalia:223 geni umani — ovvero tratti di DNA che codificano per funzioni biologiche attive — non avevano alcun equivalente noto in nessuna delle specie animali considerate anello intermedio.


Non si trattava di differenze minori o varianti tipiche dell’adattamento.Parliamo di pezzi interi di informazione genetica che appaiono senza predecessori identificabili, senza alcuna “firma” evolutiva tradizionale.


Geni che:


  • non si trovano nei primati, nostri presunti cugini evolutivi;

  • non si trovano nei vertebrati inferiori, dai quali teoricamente discendiamo;

  • e nemmeno negli archea o batteri da cui, secondo la teoria darwiniana classica, tutta la vita si sarebbe ramificata.


Sono stati definiti "geni orfani" (orphan genes), e la loro esistenza viola i modelli standard di trasmissione genetica.


🤔 Perché è un problema per la scienza convenzionale?


La teoria dell’evoluzione per selezione naturale — pur con tutti i suoi aggiornamenti — si basa su modificazioni graduali di materiale genetico esistente. Ogni nuova funzione emerge per mutazione, adattamento e combinazione di geni già presenti.


Ma i geni orfani non mostrano continuità né parentele genetiche. Non sembrano essere “mutazioni di qualcosa”, ma inserimenti nuovi. Come se qualcuno o qualcosa avesse incollato pezzi di codice, senza lasciare le classiche tracce di passaggio.


Questo non è un dettaglio. È un grido silenzioso nella notte del paradigma scientifico.


🔬 Una possibilità alternativa (e inquietante)


Tra le ipotesi avanzate dagli scienziati, ce ne sono alcune che aprono scenari vertiginosi:


  • Inserimento orizzontale: i geni potrebbero essere stati acquisiti “di colpo”, magari da virus antichi. Ma questa spiegazione ha buchi enormi — per quantità, specificità e coerenza funzionale.

  • Evoluzione convergente estrema: gli stessi geni sarebbero “comparsi” in modo indipendente. Ipotesi elegantemente impossibile, secondo i calcoli di probabilità.

  • Progetto intelligente: e qui il mondo accademico si ferma, balbetta, e svicola.


Perché considerare l’idea che il genoma umano possa contenere frammenti “innestati” consapevolmente significa rimettere in discussione non solo la teoria dell’evoluzione, ma la stessa idea di cosa significhi essere umani.


Eppure… non sarebbe la prima volta che la scienza si ritrova a dover rincorrere una realtà più grande di quanto sia pronta ad ammettere.


🧠 Una citazione da non ignorare


“I 223 geni che ci distinguono dai batteri rappresentano un salto qualitativo enorme.Non sono varianti, sono funzioni nuove. Come se fossero stati aggiunti.”— Dr. Steven Scherer, Genome Sequencing Center, Baylor College of Medicine

Cosa ci rende unici? Forse non è solo la coscienza. Forse è una firma genetica, silenziosa e invisibile, che racconta una storia non ancora scritta nei libri, ma ben presente nel nostro corpo.


E se fosse il caso di rileggerci da dentro?


👉 Nella prossima sezione esploreremo proprio questo:le ipotesi degli scienziati eretici, da Francis Crick ai genetisti iconoclasti, e le possibili origini non terrestri di questi frammenti.

 


3. Le ipotesi degli scienziati ‘eretici’

– Splicing intelligente? Inserimento artificiale?– Crick, Francis: il DNA come messaggio alieno



👨‍🔬 Quando la scienza osa: gli eretici con il camice


Nel grande teatro della scienza ufficiale, chi solleva domande fuori copione viene etichettato rapidamente: “eretico”, “pseudoscienziato”, “speculatore”. Eppure, le grandi rivoluzioni della conoscenza sono nate proprio da coloro che hanno osato guardare fuori dalla cornice, rompendo l’equilibrio precario tra verità e convenzione.


Nel caso dei 223 geni umani senza antenati, alcuni ricercatori — poco inclini al dogmatismo accademico — hanno ipotizzato ciò che molti non vogliono nemmeno nominare: e se questi geni fossero stati introdotti artificialmente?


Non per forza da una mano “aliena” nel senso hollywoodiano. Ma da una forma di intelligenza non nota, tecnologicamente superiore, con un progetto evolutivo intenzionale.


È un’ipotesi forte, certo. Ma se ci limitiamo solo a ciò che è “accettabile”, non vedremo mai ciò che è invisibile perché inammissibile.


🧬 Lo splicing intelligente: un’idea proibita?


In biotecnologia, il termine “splicing” indica il taglio e ricombinazione del DNA.Oggi siamo in grado di modificare geneticamente piante, animali, perfino embrioni umani.


Allora perché considerare assurdo che qualcun altro lo abbia fatto prima di noi?


Gli scienziati eretici suggeriscono che i 223 geni orfani potrebbero essere stati inseriti nel genoma umano:


  • in un tempo remoto, quando l’Homo Sapiens stava “emergendo”;

  • con finalità specifiche, per attivare capacità superiori;

  • e in modo tanto preciso da sembrare naturale, se non fosse per l’evidenza dell’anomalia.


 Francis Crick: premio Nobel e “eretico gentile”


Ma l’ipotesi più affascinante — e controversa — venne proprio da uno dei padri della biologia moderna: Francis Crick, scopritore della doppia elica del DNA, premio Nobel, e scienziato di fama mondiale.


In un lavoro poco conosciuto al grande pubblico, Crick ipotizzò che:


“La vita sulla Terra potrebbe essere stata deliberatamente seminata da un’intelligenza extraterrestre.”


Non lo disse in un’intervista sensazionalista. Lo pubblicò, insieme al collega Leslie Orgel, in una rivista scientifica: “Directed Panspermia”, Icarus Journal, 1973.

La teoria si basava su un’osservazione limpida: il DNA umano è troppo complesso, troppo organizzato, troppo informato per essere frutto del solo caso o della selezione naturale cieca.


Crick non immaginava alieni grigi con le antenne. Parlava di una civiltà evoluta, tecnologicamente avanzata, che avrebbe potuto seminare la vita come noi oggi inviamo sonde nello spazio.


Un’idea che, se fosse uscita dalla bocca di un altro, sarebbe stata archiviata come “fantascienza”. Ma detta da un Nobel, diventava improvvisamente pensabile.


Chi ci ha scritto dentro?


Immagina un codice. Un messaggio lasciato nel tempo, inciso nel DNA. Non per essere letto subito, ma per attendere il momento in cui l’uomo avrebbe imparato a decifrarlo.


E se i geni orfani fossero il paragrafo iniziale di una lunga lettera cosmica?


E se il nostro corpo fosse il messaggio,e la coscienza il lettore appena sveglio?


Nella prossima sezione esploreremo i racconti delle culture antiche che parlano — senza usare termini genetici — di divinità che “plasmavano l’uomo”, di esseri venuti dal cielo per “creare il sapiens”.


Forse erano solo miti.


O forse erano la memoria poetica di un intervento genetico.


4. Cronache antiche e manipolazioni divine

– Le tavole sumere, Enki e la creazione degli uomini– I racconti di “uomini creati dalla polvere” come codici

🪶 Quando i miti sussurrano verità genetiche


Molto prima che le parole “DNA” o “gene” venissero concepite, le civiltà del passato raccontavano storie. Ma alcune di queste storie, oggi, assumono una luce nuova se lette alla luce delle scoperte genetiche.


Popoli distanti tra loro nello spazio e nel tempo — Sumeri, Egizi, Maya, Dogon, Aborigeni australiani — hanno lasciato cronache in cui “esseri venuti dal cielo” crearono o modificarono l’uomo.


Coincidenza culturale?


O frammenti di memoria collettiva?


🏺 Le tavolette di Nippur: il laboratorio degli dèi


Tra i testi più antichi mai decifrati, le tavolette sumere offrono uno dei racconti più sconvolgenti della creazione umana. Secondo l’Epica di Atrahasis, gli dèi Anunnaki, giunti sulla Terra per estrarre risorse, si trovarono a fronteggiare una crisi: i lavori erano troppo faticosi, la ribellione serpeggiava.


Fu allora che intervenne Enki, dio della saggezza e della genetica (sì, proprio così viene tradotto il suo dominio).Con l’aiuto della dea Ninhursag, modellò un essere umano mischiando:


  • l’argilla della Terra (materia locale),

  • con il sangue di un dio ribelle (materiale “celeste”).


Il risultato? L’Adamu — il primo uomo.


Un ibrido creato in laboratorio, per servire, ma anche per apprendere.


Un racconto mitico, certo.Eppure, per chi conosce le basi dell’ingegneria genetica, quel passaggio risuona come una descrizione primitiva ma dettagliata di una procedura biotecnologica.


📖 La Bibbia, riscritta senza metafore


Anche il racconto della Genesi — se ripulito dalla patina religiosa — narra una vicenda simile:


  • l’uomo creato dalla polvere del suolo

  • modellato come un vaso

  • poi animato dal soffio divino


Un’icona poetica? O la trasposizione simbolica di una modifica strutturale del DNA?


In ebraico, il verbo usato per “creare” (bara) non indica una creazione dal nulla, ma una trasformazione ordinata.Non un miracolo improvviso, ma un processo preciso.


E ancora: nella Genesi 6, si parla dei “figli degli dèi” che si unirono con le figlie degli uomini, generando una stirpe di ibridi potenti e sapienti, i Nephilim.


Un altro indizio?


Un’altra traccia che qualcosa, qualcuno, modificò il nostro codice genetico?


🧠 Mito o ricordo codificato?


La linea che separa la mitologia dalla scienza, a volte, è solo una questione di linguaggio. Quando i popoli antichi parlano di “plasmare l’uomo”, “crearlo a immagine degli dèi”, “dare il fuoco della mente”, forse non stanno inventando.


Forse stanno trasmettendo, in forma poetica, la memoria distorta ma persistente di un evento reale: un’interferenza intenzionale, un atto genetico, una semina del sapiens.


Per capirlo davvero, dobbiamo smettere di leggere i miti come favole.


E cominciare a leggerli come messaggi cifrati.



5. L’anomalia sapiens

– Il salto cognitivo improvviso– Cervello troppo avanzato, troppo in fretta



⚡ Quando l’evoluzione scatta a un ritmo impossibile


La scienza ufficiale ci ha abituato a pensare all’evoluzione come a una lenta spirale ascendente: milioni di anni di piccoli adattamenti, errori selettivi, mutazioni casuali.


Ma l’Homo sapiens... è arrivato troppo in fretta.


Secondo i dati paleoantropologici:


  • Fino a 300.000 anni fa, sulla Terra non esisteva alcun essere con linguaggio simbolico o intelligenza astratta complessa.

  • Improvvisamente, in un arco brevissimo, appaiono strumenti sofisticati, pitture rupestri, rituali funebri, capacità simboliche, e un cervello che sembra “acceso” da un giorno all’altro.


Non c’è un antenato diretto che giustifichi questo salto. Nessun altro primate ha sviluppato neanche lontanamente un sistema cognitivo simile.


🧠 Il cervello: un mostro fuori scala


Il cervello umano rappresenta il 2% del peso corporeo, ma consuma oltre il 20% dell’energia totale.


È un sistema enormemente costoso dal punto di vista biologico.


Se fosse il frutto di un’evoluzione “naturale”, si sarebbe affermato solo se vantaggioso a breve termine.


Eppure, per migliaia di anni, non ci serviva davvero: vivevamo di caccia e raccolta, in ambienti ostili, dove una mente così raffinata era più un peso che un vantaggio.


Perché allora sviluppare una macchina così potente?


Come mai il nostro cervello ha capacità che vanno ben oltre la sopravvivenza?


  • Immaginazione,

  • Musica,

  • Astrazione,

  • Geometria,

  • Simbolismo…


Tutte funzioni non richieste dalla selezione naturale classica.


📉 Darwin non basta più


I modelli evolutivi non riescono a spiegare:


  • perché siamo così cognitivamente avanzati rispetto a ogni altra specie,

  • come si siano attivati certi geni in un tempo così breve,

  • e da dove vengano quelle caratteristiche che sembrano “programmate per l’oltre”.


Alcuni studiosi, come John Sanford, genetista e autore di Genetic Entropy, affermano apertamente che:


“Il genoma umano mostra caratteristiche di progetto, non di selezione casuale.”

In altre parole, qualcuno ci ha acceso.



🛠️ Un progetto che non capiamo (ancora)



E se fossimo il risultato di un esperimento?


E se il nostro DNA contenesse una porzione “iniettata”, atta a generare una coscienza superiore, un sistema operativo spirituale?


Non sarebbe così strano. Noi stessi oggi modifichiamo il DNA di esseri viventi in laboratorio. Inseriamo tratti specifici per ottenere funzioni desiderate.


Chi può dire che non siamo il risultato dello stesso procedimento, realizzato molto tempo fa, da qualcuno con motivazioni sconosciute?


Tutto questo ci conduce alla domanda più difficile. Non tanto come siamo fatti, ma perché.


Ed è questo il cuore della prossima e ultima sezione.


Non risponde.


Domanda.


Ma con la forza delle questioni che cambiano tutto.

 


6. L’etica della domanda: e se fosse vero?

– Come cambia la visione del mondo se siamo un progetto?



❓ La domanda che cambia tutto


E se fossimo davvero stati creati?


Non nel senso religioso, né come favola consolatoria. Ma come risultato di un atto intenzionale, un esperimento bio-spirituale portato avanti da una o più intelligenze avanzate, non terrestri o non temporali, la cui logica ci sfugge ancora.

Non sarebbe più possibile guardare alla vita nello stesso modo. Non saremmo solo carne, sangue e memoria: saremmo codici inseriti in un contenitore biologico, programmati per evolvere.


Saremmo il ponte tra qualcosa che fu e qualcosa che sarà. Un software cosmico in fase di aggiornamento.


🧭 La differenza tra fantascienza e futuro


Molti archiviano queste riflessioni come fantascienza. Ma ogni rivoluzione scientifica — dall’eliocentrismo alla teoria quantistica — è nata come eresia.


Negare la possibilità di un intervento esterno nella nostra evoluzione, solo perché impensabile, è un atto di fede dogmatica. La vera scienza pone domande prima di dare risposte.


E se una porzione del nostro genoma fosse davvero scritta, allora il nostro compito non è solo leggerla, ma comprendere chi siamo stati programmati per diventare.


🚪 Dove ci conduce la scoperta?


Questo articolo non pretende di chiudere il cerchio.Vuole aprirlo.Mostrare che qualcosa non torna, e che a volte il senso più profondo si nasconde proprio nelle anomalie.


Che tu creda in Dio, negli dèi, nei viaggiatori cosmici o nel mistero stesso della coscienza…Una cosa è certa: sei parte di un enigma antico, inciso nel tuo stesso codice.


E forse è arrivato il momento di iniziare a decifrarlo.


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