Il nome che non si pronuncia - Sul monte che domina Pantelleria, un enigma linguistico sopravvive da secoli.
- Elìa
- 2 giorni fa
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Prologo
Cammino tra lave scure e ginestre odorose. Sotto i miei piedi, la pietra è calda. Sopra di me, il cielo ha una luce antica. E nel silenzio assoluto del Gibele, un dubbio si insinua: come può una montagna non avere un nome?
Il mistero del “Gibele”
Sull’isola di Pantelleria, nel cuore del Mediterraneo, si erge un monte imponente. I locali lo chiamano Gibele, ma qualcosa non torna. Il nome, ci dicono, deriverebbe dall’arabo jabal (جبل), che significa semplicemente “monte”.
Ma qui cominciano i problemi.
In nessuna regione del mondo arabo, dalla Siria al Maghreb, esiste un toponimo che sia semplicemente Jabal. Sarebbe come chiamare un luogo “Monte”, e basta. In arabo, ogni nome geografico rispetta una struttura ferrea: classificatore + specificazione.
Jabal al-Nūr → Monte della Luce
Jabal Haroun → Monte di Aronne
Jabal Qāssiyūn → Monte che sovrasta Damasco
Perché allora qui no? Perché a Pantelleria – un’isola dove la presenza araba è documentata – il monte più importante ha un nome monco ? Nessun al-, nessun complemento. Solo Gibele.
Gibele non è un nome: è una sopravvivenza
La fonetica stessa ci suggerisce qualcosa di strano. Gibele non ha suoni glottidali né gutturali: niente ḥ, niente ‘ayn, nessuna delle marcature fonetiche dell’arabo. E allora?
Da dove viene davvero questo nome?
L’ipotesi più solida è che non sia un nome arabo, ma una parola molto più antica, forse di origine semitica pre-araba. Forse una radice sacra.
Questa ipotesi si rafforza se osserviamo il comportamento dei toponimi arabi altrove. Anche in Sicilia, durante il dominio islamico (827–1091), tutti i nomi di monti, colline, fiumi e castelli seguivano regole precise:
Jabal Hammāmāt (Monte delle acque termali), oggi Monte San Giuliano presso Erice;
Jabal al-‘Āqir (Monte sterile), oggi noto come Monte San Calogero;
Qal‘at al-Fawqānī (Castello Superiore), trasformato in Calatafimi.
Sempre con articolazioni doppie. Mai “jabal” da solo. Mai “monte”, senza dire di chi.
L’anomalia che resiste
Anche i nomi panteschi recenti – Kuddia Mida, Cuddia Randazzo, Kuddia Attalora – seguono questa logica: la parola “kuddia” significa altura, ma non esiste una collina chiamata solo “Kuddia”.Solo Gibele si sottrae. Solo lui è assoluto, isolato.
Questa anomalia, in linguistica storica, non è casuale.Quando un nome non segue le regole della lingua dominante, è spesso un fossile fonetico. Una voce più antica, ereditata, resistente, arcaica.
🧭 Prossimo episodio
🔓 Episodio 2: GBL – la radice che brucia Esploreremo la misteriosa radice consonantica GBL: da El Gabal a Gibil, dal culto del fuoco alle montagne divine, sulle tracce di un nome perduto che potrebbe essere… un dio.
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