Risalendo Mnemosine: un progetto, un’isola, un ritorno
- Elìa
- 6 lug
- Tempo di lettura: 5 min

1. Il nome e il senso
“Risalendo Mnemosine” è più di un titolo. È un’immagine archetipica. Mnemosine, dea della memoria, madre delle Muse, è il simbolo di ciò che viene ricordato, non come dato oggettivo, ma come radice viva da cui tutto sgorga.
Risalire Mnemosine significa risalire il tempo, ma non per nostalgia: per ritrovare un'origine più autentica.
Questo progetto nasce proprio da qui: da un’urgenza, da un vuoto di senso. Viviamo su terre cariche di storia, simboli, nomi, segni, eppure di quella memoria profonda abbiamo perso quasi tutto. Risalire Mnemosine vuol dire cercare quel filo spezzato. Non lo si fa con la nostalgia, ma con il corpo, i piedi, l’incontro, il rischio.
Camminando tra le pieghe dei luoghi. Cercando indizi, storie, echi.
Questo non è un progetto di recupero storico: è un atto di esplorazione interiore e collettiva. È un gesto di cura nei confronti del paesaggio. Un tentativo di ascoltarlo. E farlo parlare.
2. Pantelleria: il punto d’inizio
Ogni cammino ha un primo passo. E Risalendo Mnemosine lo compie su un’isola vulcanica al confine di tutto: Pantelleria. Non è una meta scelta a caso, né un luogo da raccontare per la sua bellezza esotica. Pantelleria è un enigma, un mosaico incompleto, un archivio vivente di segni ancora incompresi.
La sua storia è nota solo per frammenti: qualche riferimento archeologico, una toponomastica contaminata, alcune tracce di culti, misteri e antiche vie dimenticate. Ma nessuno ha mai provato davvero a interrogare l’isola con occhi nuovi, liberi dalle narrazioni standardizzate.
Qui la natura è severa, aspra, ma generosa. Il paesaggio ha scolpito le persone, i gesti, i silenzi. E sotto ogni pietra, in ogni sorgente, nei nomi dei luoghi, qualcosa chiama ancora.
Pantelleria sarà la prima tappa, non perché è “semplice” da raccontare, ma proprio perché richiede ascolto, silenzio, presenza.
Perché ha resistito.
E ha ancora molto da dire.
3. Un viaggio che non si conclude
Risalendo Mnemosine non è un progetto da chiudere con un punto. È un percorso a tappe, ma senza meta ultima. Ogni isola, ogni borgo, ogni paesaggio attraversato è una soglia verso domande più profonde, intuizioni inattese, memorie da riattivare.
Non cerchiamo verità assolute, ma prospettive dimenticate. Ogni tappa è autoconclusiva, ma si incastra in una visione più ampia: la ricostruzione di un immaginario collettivo, di un sentire ancestrale ancora latente nei luoghi e nelle persone.
Non esiste un programma rigido. Il cammino si scrive passo dopo passo, in dialogo con chi si incontra, con le pietre, con le storie taciute, con i segni lasciati dalle civiltà e dai popoli passati.
Chi legge oggi potrà camminare domani.
Chi partecipa a una tappa può trasformarla, arricchirla, farla propria. Perché risalire Mnemosine non è un’impresa individuale, ma un’azione collettiva che si nutre di ascolto, lentezza e meraviglia.
4. Un modo diverso di raccontare
Questo non è giornalismo turistico. Non è intrattenimento. Non è nemmeno documentarismo convenzionale.
Risalendo Mnemosine è un atto di attenzione radicale.
Attraversiamo i luoghi a piedi, lentamente. Senza mediazioni. Lasciamo che siano le persone, le pietre, i gesti, i silenzi a parlare. Non cerchiamo notizie da prima pagina: cerchiamo le tracce invisibili, le memorie incise nei nomi, nei simboli, nei rituali, nei modi di abitare la terra.
Adottiamo lo slow journalism, l’etno-antropologia esperienziale, la narrazione simbolica e il reportage poetico. Ogni frammento raccolto viene restituito come semi di una visione più ampia, destinata a germogliare nel tempo.
La voce che racconta non è mai una sola: è polifonica, in ascolto, disposta a farsi da parte. Perché ciò che cerchiamo non è visibilità, ma visione.
5. Cosa faremo (e come)
Cammineremo. Osserveremo. Domanderemo. Documenteremo.
A Pantelleria, la prima tappa di questo lungo viaggio, trascorreremo diversi mesi esplorando il territorio palmo a palmo, ascoltando i racconti di chi ci vive, interrogando le pietre e la toponomastica, visitando luoghi dimenticati, cercando indizi nei miti e nei simboli.
Le azioni concrete includeranno:
Interviste e raccolta di testimonianze (anziani, artigiani, contadini, custodi di memoria);
Sopralluoghi nei siti archeologici, grotte, luoghi sacri e paesaggi insoliti;
Analisi simbolica dei toponimi e studio delle mappe antiche;
Reportage fotografici e audio-narrativi;
Diari di bordo e micro-saggi pubblicati in itinere, sotto forma di articoli, immagini e tracce sonore.
Ogni tappa sarà un’indagine a sé, ma anche parte di una visione più ampia: riemergere la memoria nascosta dei luoghi per intuire chi siamo diventati – e dove stiamo andando.
6. Perché farlo adesso
Perché non c’è più tempo da perdere.
Viviamo un’epoca in cui la velocità ci ha tolto profondità. In cui i territori vengono raccontati solo in chiave turistica o folklorica. In cui la memoria si spegne, lasciando spazio a narrazioni superficiali, preconfezionate, prive di radici.
Pantelleria – come molte altre terre di confine – non è mai stata davvero interrogata. La sua storia profonda è ancora lì, sotto strati di silenzio. Le sue pietre parlano, ma pochi ascoltano.
Lo facciamo adesso perché le storie non raccolte vanno perdute. Perché vogliamo rompere il ciclo dell’oblio, offrendo uno spazio di ascolto, lentezza e profondità. Lo facciamo in un’epoca che ha più che mai bisogno di sguardi lunghi, passi lenti e narrazioni autentiche.
7. Come seguirci e contribuire
Puoi camminare con noi, anche da lontano.
👉 Segui il viaggio: Ogni tappa sarà documentata con parole, fotografie, tracce audio e mappe emozionali. Pubblicheremo articoli settimanali, approfondimenti e materiali esclusivi. Puoi iscriverti alla newsletter o seguirci attraverso il progetto editoriale [ESC].
👉 Sostienici: Puoi contribuire in vari modi. Offrendoci un alloggio, raccontandoci una storia, suggerendo un luogo dimenticato o facendo una donazione libera. Ogni gesto aiuta a portare alla luce ciò che è rimasto nell’ombra.
👉 Partecipa: Stiamo creando una rete di “custodi della memoria”. Se vivi a Pantelleria (o in altre zone che esploreremo) e vuoi condividere sapere, esperienze o visioni, scrivici. Il progetto è aperto, orizzontale, in costante evoluzione.
Perché la memoria non si conserva: si riattiva, passo dopo passo.

ELIAS L' ARTISTA
AUTORE
Fondatore, viandante, esploratore culturale. Elias L’Artista è nato nel Sud Italia e ha fatto del cammino una forma di conoscenza. Filosofo del sacro, autore di testi radicali, progettista culturale e stratega narrativo, ha attraversato deserti interiori e paesaggi reali inseguendo le tracce perdute della memoria ancestrale. Ha fondato il Centro Studi e Ricerche L’Arco di Apollo, con l’intento di riaccendere un fuoco dimenticato: la connessione tra mito, territorio e destino umano. Tra le sue attività, performance itineranti, workshop trasformativi, ritiri immersivi e percorsi educativi per il risveglio della coscienza simbolica.
Non ha mai estratto oro, ma ha imparato a riconoscerlo nelle parole, nei segni e nelle pietre. Ha insegnato, appreso, costruito e demolito. Scrive per chi ha il coraggio di ricordare.
Raccontaci cosa ne pensi.
Ogni parola è un passo nel viaggio. Se qualcosa ti ha colpito, se vuoi aggiungere un pensiero, condividere una memoria o semplicemente dire la tua, scrivici. Risponderemo con piacere.
Qui il dialogo è aperto, autentico, vivo.
Comments